Gli amministratori, così è se vi pare,
diventano dipendenti delle loro società

(Febbraio 2001) La novità più clamorosa introdotta della Finanziaria 2001 è stata certamente quella dell'assimilazione al reddito di lavoro dipendente dell'attività svolta dai collaboratori coordinati e continuativi, tra i quali, stante la durata delle loro cariche, rientrano gli amministratori e i sindaci delle società commerciali.

Da quest'anno, quindi, cedolino stipendio anche per questi soggetti, considerati parasubordinati per la gestione separata Inps del cosiddetto contributo 10-13 per cento. Spesso questi soggetti sono anche soci e, quindi, proprietari della società per le quali ricoprono le cariche.

Ma, il massimo, è stata la recente posizione assunta dal ministero delle Finanze, che ha precisato che questi redditi sono comunque assimilati a quelli di lavoro dipendente anche se gli amministratori e i sindaci che li percepiscono sono dei liberi professionisti, escludendo da tale nuovo trattamento unicamente i compensi per l'attività di sindaco percepiti dai dottori commercialisti e dai ragionieri!

Ed è così, subitaneamente, esplosa la guerra tra le Casse nazionali degli Ordini professionali e l'Inps, che, naturalmente, la pensava già da prima allo stesso modo del fisco! Le Casse degli Ordini, infatti, hanno immediatamente proclamato l'obiezione previdenziale, invitando cioè i propri iscritti a continuare ad assoggettare tali compensi alla loro contribuzione, per non vedere dirottare ingenti versamenti dalle loro casse private a quella "cloaca pubblica" gestita dall'Inps.

Si annunciano poi iniziative giudiziarie, con ricorsi al Tar, da parte dei revisori contabili non iscritti anche a un Ordine professionale, cioè da parte di quei soggetti che, di professione autonoma abituale, fanno solo i sindaci delle società.

Anche a prescindere dal considerare la paradossale situazione di volere per forza considerare subordinato un proprietario, magari di maggioranza, della società o un professionista abituale, una cosa comunque è certa: la ratio della legge che introdusse l'allora gestione separata dell'Inps del 10 per cento, era senza dubbio quella di dare copertura previdenziale a soggetti che prima ne erano privi e non certo quella di aggiungere un nuovo obbligo di copertura previdenziale, per di più pubblica, a chi invece già l'aveva con gestione privata, e, quindi, con prestazioni certamente migliori!