Il boomerang di Visco

(dicembre 1999) Udite, udite! Una disposizione voluta da Visco nel cosiddetto collegato fiscale alla Legge Finanziaria del 1999, dopo soli pochi mesi dalla sua entrata in vigore, è già stata giudicata unanimemente illegittima dalla giurisprudenza, in quanto in contrasto con la normativa comunitaria!

Questo è il risultato prodotto dalla linea dura pervicacemente messa in atto dal ministero delle Finanze. Ad aprire le ostilità è stata la circolare n. 32/E del 12 febbraio 1999, con la quale si impartivano istruzioni alle avvocature distrettuali dello Stato che patrocinano l'Amministrazione contro le società che avevano promosso cause per il rimborso della tassa di concessione governativa per l'iscrizione nel registro delle imprese. Una linea in attuazione di un piano che invece aveva obiettivi di realizzo di un'autentica beffa a danno delle società che attendono dal 1993 il rimborso della tassa di concessione governativa dichiarata illegittima dalla Corte di giustizia europea, e che ora si sta rivelando un vero e proprio boomerang nelle mani del ministro che l'aveva lanciato! Infatti, questo primo risultato produrrà, salvo nuovi interventi tampone in occasione della Finanziaria 2000, la conseguenza di un aumento spasmodico del contenzioso sul rimborso della tassa e ulteriori ingenti oneri per l'erario, cioè esattamente l'opposto di quello che si era prefisso il signor ministro Visco, varando la norma in questione!

Ricostruiamo la vicenda, anche con il riassunto delle due puntate precedenti già pubblicate ("Concessione governativa, la tassa sarà rimborsata..." e "Il balzello, il trucco e la beffa..").

Prima puntata -Visco, stanco di sentirsi condannare per il suo ministero dai tribunali italiani al rimborso alle società dell'illegittima tassa di concessione governativa, con l'aggiunta di gravosi interessi e spese, fa introdurre l'art. 11 della Legge n. 448/98, in vigore dal '99 quale collegato fiscale alla Finanziaria, con previsione di un accantonamento di 2.500 miliardi per rimborsarla. La norma sancisce il diritto per le società che l'hanno richiesto ad avere la restituzione delle somme in via automatizzata, cioè direttamente dall'ufficio con vaglia o bonifico. Il trucco iniziale è che il signor ministro si concede un cospicuo sconto, facendo prevedere la sopravvivenza della tassa, con decurtazioni forfetarie sul capitale da rimborsare, a seconda della forma giuridica di società e, soprattutto, un taglio agli interessi dovuti in base alla legge sui rimborsi fiscali, imponendo il tasso legale in vigore dal 1999: 2,5% annuo!

In concreto, ad esempio, una S.r.l. che deve ricevere il rimborso di 5 annualità della tassa (anni 1988 - 1992) pagate per complessive L. 17.500.000, deve avere una decurtazione pari a L. 2.000.000 (quattrocentomila per ogni anno) e un'ulteriore decurtazione agli interessi maturati, spettanti per circa L. 8.500.000, pari ad altre L. 5.500.000. La nostra S.r.l., pertanto, in base alla buona novella di Visco introdotta insieme al rimborso del 60% dell'Eurotassa, si vedrà complessivamente rimborsare dagli uffici L. 18.500.000, anziché L. 25.500.000, sempre che abbia, ovviamente, presentato regolari istanze di rimborso!

Seconda puntata - Viene diramata la prima circolare ministeriale applicativa della legge, indirizzata agli uffici. Ecco che si apprende che gli uffici delle avvocature distrettuali dello Stato dovranno invocare nel corso delle cause pendenti, l'intervento della nuova legge, chiedendone l'applicazione retroattiva! Cioè, ecco la beffa: anche quel minor numero di società che hanno fatto causa e non hanno ancora ottenuto il rimborso in forza di una sentenza passata in giudicato, dovranno subire gli effetti della nuova legge!

Finito il riassunto delle puntate precedenti, è ben comprensibile come ora possa insorgere una grande soddisfazione tra i contribuenti interessati al rimborso, dall'apprendere che i giudici italiani, investiti da questa nuova pretesa del ministero, l'abbiano respinta al mittente... I giudici, per lo più, hanno autonomamente disapplicato la norma, in quanto in contrasto con la normativa comunitaria, tutti sulla questione degli interessi sul capitale, qualcuno, tra cui però la suprema Corte di Cassazione, anche sul punto delle decurtazioni forfetarie. E c'è chi, più prudentemente, ha anche rimesso la norma al giudizio della Consulta, in quanto sospettata d'incostituzionalità.

Abbiamo appreso, a settembre, che è uscita anche la seconda circolare, con la quale il ministero ha annunciato la predisposizione per l'invio, a partire da novembre, dei primi rimborsi automatizzati... Che le società interessate, a questo punto della storia, potranno intanto incassare a titolo d'acconto e poi ricorrere al tribunale, per ottenere la disapplicazione dell'art. 11 e la condanna del ministero al pagamento della maggior somma che gli spetta.

La diabolica macchinazione giuridica del signor ministro Visco si è trasformata in un boomerang che gli tornerà sul capo dal 2000, portandogli in dote un mare di ulteriori cause e di esborsi conseguenti. A meno che non voglia porgervi rimedio con il prossimo collegato fiscale. Si accettano scommesse.